“Prima di iniziare con le spiegazioni tecniche propriamente dette, che ognuno ritorni al suo debutto nell’aikido. Fate come se cominciaste l’aikido ora.
Quale dovrebbe essere la vostra prima preoccupazione? Prima di tutto cercare il vero maestro, poi divenire suo discepolo.Stabilire il legame tra maesto e discepolo si chiama: nyumon.
Nyu con il senso di iri nell’irimi: entrare.
Mon: la porta.
Dunque, valicare la porta. Essere accettati come discepolo (in giapponese deshi-iri)
Discepolo si dice: montei, monka, monjin.
Mon-tei: mon: porta, tei: fratello giovane (colui che ha oltrepassato la porta)
Mon-ka: mon: porta, ka: al di sotto (colui che sta sotto la porta)
Mon-jin: mon: porta, jin: uomo (colui che ha oltrepassato la porta)
Voi noterete che tutti questi temini si riferiscono alla porta. «Porta» significa la porta della casa del maestro; , e per estensione, la porta dell’arte, la porta della verità.
Dunque montei, monka, monjin indicano chi riceve l’insegnamento nella casa del maestro; queste parole indicano anche che il discepolo è andato alla casa del maestro, e non il contrario.
Noi diciamo innoltre che, se vogliamo ricevere l’insegnamento, bisogna, prima di tutto, andare dal maestro, bussare alla sua prota, attendere che qualcuno apra, forse varcare la porta (nyumon) e allora solamente, divenire montei, monka, monjin.
[traduzione da : Tamura, “Aikido” – Marsiglia 1986]